Atterraggio nel Nordland |
Sono passati già 8 mesi e ancora non ho trovato un solo
momento per mettermi tranquilla e ricordare questo splendido viaggio a caccia
di aurore boreali e orche marine fatto la scorso capodanno nel nord della
Norvegia.
Oggi ci sono 38 gradi e c’è così tanta umidità che nemmeno
al brezza del mare riesce a dare un po’ di sollievo. Certo, fa un po’ strano
ricordare gli incantati paesaggi innevati con questo caldo così torrido, ma
magari se riesco ad immergermi per bene nei ricordi di questo splendido
viaggio, riuscirò anche a sentire un po’ meno caldo.
Dopo aver visto per la prima volta l’aurora boreale durante
un viaggio fatto a Tromso (nel Nord-Norge – Lapponia norvegese) nel 2008, sono
rimasta affascinata da questo magico fenomeno. Avevo sempre desiderato vederlo
di persona e mi aspettavo già di vedere qualcosa di incredibile qualora fossi
riuscita a incontrarla, ma nella realtà si è rivelato essere un evento
mozzafiato ancora più spettacolare di ciò che mi immaginavo.
All’epoca avevo con me solo una piccola fotocamera compatta
da 6 megapixel che mi ha sempre regalato delle ottime foto (considerando che io
come fotografa non valgo gran che), ma che stavolta mi ha tradito alle spalle!
Nemmeno una, delle centinaia di foto che avrò scattato all’aurora, riportava la
benché minima traccia di essa….centinaia di foto tutte completamente nere!!!!
Ovviamente la colpa non è stata della mia povera fotocamera
che, nei limiti del possibile, faceva egregiamente il suo mestiere, ma dalla
sua proprietaria che si aspettava dalla lente di una compatta foto grandiose
scattate al buio…
Così, per il capodanno 2012 ho deciso di partire di nuovo
per il nord della Norvegia e di andare a caccia “fotografica” di aurore boreali
e orche marine. Stavolta, ho deciso di lascare a casa la mia piccola compatta e
ho portato con me una nuova compagna: una bella Canon 600D (che mi sono
auto-regalata per Natale) con obiettivo grandangolare 16-35mm f/2.8 gentilmente
prestato da una persona a cui tengo tantissimo: il mio paparino!!!
Sì lo so, f 2.8 probabilmente non ce la fa comunque a
cogliere la flebile luce dell’aurora, ma le mie finanze non mi permettono di
fare di meglio e d’altra parte un pizzico di fortuna sarebbe potuta capitare
dalle mie parti comunque, non è vero?
Destinazione del viaggio: isole Lofoten e Nordland, entrambi
oltre la linea del circolo polare artico, dove in inverno, per alcune settimane
il sole non sorge mai oltre la linea dell’orizzonte.
Ad essere sincera mi aspettavo di ritrovarmi a vivere una
settimana intera nella notte, ma in realtà sono stata felicemente sorpresa di
scoprire che, anche se il sole non sorge mai oltre l’orizzonte, durante alcune
ore del giorno (più o meno dalle 10,00 alle 14,30) c’è luce a sufficienza da
poter avere una visione diurna delle cose. Il che mi ha permesso di apprezzare molto
di più lo splendido paesaggio norvegese e di scattare alcune belle foto. Non
molte purtroppo, visto che ,a causa del vento, la maggior parte sono venute un
po’ mosse.
Il mio viaggio inizia con l’atterraggio all’aeroporto di
Oslo Torp dove con sorpresa, durante la discesa dell’aereo scopro che, se gli
americani sono considerati da tutto il mondo pazzi per le decorazioni
natalizie, i norvegesi non sono da meno…c’erano più luci di natale sulle case
che illuminazione sulle strade!
Da Torp, in concomitanza con l’arrivo dei voli, parte un
autobus che porta direttamente al centro di Oslo. Comodissimo se non fosse per
il fatto che l’autobus che aspettava il nostro volo non era sufficiente per
caricare tutti i passeggeri e buona parte delle persone (me compresa
ovviamente) abbiamo dovuto attendere circa un ora per quello successivo.
Ad Oslo ho alloggiato all’Anker hostel (www.ankerhostel.no)
a cui sono ormai affezionata. Ogni volta che vado ad Oslo finisco sempre per
alloggiare lì in quanto è l’ostello più economico della città ed è vicino alla
stazione dove arriva l’autobus dall’aeroporto di Torp.
Inizialmente era davvero un bell’ostello, pulito e con tutte
le comodità (camerate ampie dotate di bagno, cucinino, armadietti dove chiudere
a chiave gli oggetti di valore, wifi gratuito e al pian terreno un ristorante
dove far colazione o mangiare un pasto se non si ha voglia di uscire).
Purtroppo con gli anni si sta un po’ degradando. Nei corridoi c’è una puzza
terribile e materassi e cuscini sono
quasi tutti macchiati. A dire il vero l’igiene nelle camerate è diventata così
scarsa che non mi meraviglierei di trovare le cimici del letto.
Per fortuna che, come in tutta la Norvegia, asciugamani e
lenzuola non sono compresi nel prezzo e quindi se ci si ferma diversi giorni
conviene portarsi i propri da casa…almeno posso dormire su qualcosa di pulito
che una volta tornata a casa finirà in lavatrice a 90°C.
Nella reception sono appesi diversi cartelli che avvisano
gli ospiti di stare attenti ai borseggiatori che si trovano nei dintorni
dell’ostello. Molti dormitori hanno all’interno un cucinotto che sarebbe
fantastico, se solo fosse provvisto di pentole, piatti e posate. Invece nulla,
se ti vuoi cucinare qualcosa per risparmiare oltre al cibo ti devi comprare
anche la pentola e tutto il resto (a meno che non accetti di pagare 14,00€ per
l’attrezzatura) A questo punto faccio prima ad andare a cena fuori alla scoperta
della cucina Norvegese!
Il giorno dopo ho il volo per Bodo dall’aeroporto principale
di Oslo Gardermoen che ho raggiunto dalla stazione attraverso un treno
velocissimo che passa ogni 15 minuti e arriva in aeroporto in 19 minuti. C’è
ovviamente anche un autobus che arriva lì con corse frequenti, ma dato che
avevo il volo la mattina presto e che ormai i controlli in aeroporto sono
sempre più estenuanti, non volevo correre rischi e ho preferito spendere
qualche corona in più per il treno. Prezzo del biglietto sola andata 170 Nok
(circa 24€) e se compri andata e ritorno non ci sono sconti. E’ sempre meglio
acquistare il biglietto alle macchinette automatiche in quanto in biglietteria
si pagano 30Nok in più per biglietto. Validare il biglietto prima di salire sul
treno.
Sorvolare il Nordland è un’esperienza che merita di essere
vista, d’obbligo sedersi vicino al finestrino.
Catene montuose coperte di neve inframmezzate da splendidi
laghetti che riflettono le nuvole del cielo, fiordi e riflessi di luce rosa…
Nonostante il vetro spesso dell’oblo le foto fatte dall’aereo sono splendide.
Arrivata a Bodo corro al banchetto della Six per ritirare l’auto prenotata (una Citroen A1) prima che chiudessero per il capodanno. Quando esco dall’aeroporto e recupero l’auto devo ammettere di aver avuto un attimo di smarrimento: 15cm di neve ghiacciata sulle strade e auto senza catene!!! E mho come la muovo sta macchina da qui????
Ho guardato le altre macchine e visto che tutti andavano
tranquillamente in giro senza catene, quindi mi sono fatta coraggio ho messo in
moto e….miracolo!! Riuscivo ad andare in giro senza slittare di qui e di lì!!!
Prossima tappa supermercato!
Dato che qui i prezzi di qualsiasi cosa sono esorbitanti e
che essendo periodo festivo e di bassa stagione i ristoranti sono quasi tutti
chiusi ho pensato che in fin dei conti far la spesa e cucinarmi da sola
(confidando nella presenza di pentole e piatti nelle strutture dove alloggerò)
può essere un modo per risparmiare qualcosa…povera illusa!!
Premesso che nel supermercato dove sono stata era comunque
tutto carissimo, che frutta e verdura erano praticamente inesistenti (lattuga,
pomodori, carote e mele) e che il reparto più grosso era quello dei cibi
precotti confezionati, mi sono limitata ad acquistare da brava italiana della
pasta ovviamente Barilla (della serie quando c’è Barilla c’è casa), sugo di
pomodoro, latte e cereali per la colazione, marmellata, olio, acqua minerale,
un paio di confezione di formaggi locali già affettati da mettere nei panini, 1
confezione di pane a fette,1 di wurstel, senape, yogurt e due confezioni di
cibi precotti (tanto per assaggiare). Totale spesa 200,00€!!!! Paura!!!
La prima notte (che poi è anche la notte di capodanno) la
passo al Bodo Vandrerhjem Hostel (www.hihostels.no/vandrerhjem/bodo-vandrerhjem/
), un ostello molto carino e pulito sito proprio a fianco della stazione
ferroviaria e di fronte al molo da dove partono i traghetti per le isole
Lofoten.
Le camerate sono minuscole, ma pulite e stavolta le lenzuola
sono comprese nel prezzo. Nell’ostello c’è una bella cucina, non molto grande
ma fornitissima di tutto ciò che serve in una cucina. Le camerate hanno quasi
tutte un piccolissimo bagno e sono dotate di TV che trasmette anche canali via
satellite. I prezzi sono ovviamente esorbitanti per essere un ostello, ma è
quanto di più economico si può trovare a Bodo. Hanno anche a disposizione
camere doppie con bagno per chi non vuol rinunciare alla privacy.
Nel periodo festivo l’ostello è praticamente autogestito,
nel senso che per entrare e fare il check in e il check out bisogna contattare
telefonicamente sul cellulare un addetto che con calma verrà ad aprire. A parte
questo devo dire che mi sono trovata benissimo qui, c’è un ampio parcheggio
proprio di fronte e un ambiente internazionale e tutto è molto pulito.
Al momento del check in ho chiesto al tipo se per capodanno
organizzavano un veglione o se conosceva qualche ristorante carino dove poter
cenare e aspettare la mezzanotte, ma a quanto pare in Norvegia i prezzi sono
così alti che anche i Norvegesi (o quanto meno, quelli del nord del Paese)
preferiscono fare il cenone a casa con amici e parenti e poi al limite i più
giovani vanno in qualche pub ad aspettare la mezzanotte. Risultato: i
ristoranti e tutti i negozi chiudono al massimo alle 4 e la città rimane
deserta.
Bene!! Dato che non avevo mangiato a tutto il giorno decido
x sicurezza di farmi uno spuntino nel primo pomeriggio con un Kebab e coca cola
(20,00€) e di farmi poi un giro per la città.
A parte la zona portuale si tratta di un’area
residenziale, con tante villette o piccole palazzine addobbate a festa. Ad ogni
finestra c’erano addobbi, candele e luci e ovviamente anche lungo le grondaie,
le staccionate e ovunque potessero essere messe. Mi sa che qui anche se fosse
arrivata l’aurora non me ne sarei accorta affatto con tutte queste luci. Alle 3 del pomeriggio era già notte fonda e stavo incominciando ad annoiarmi, così prendo la fotocamera e la macchina e decido di esplorare i dintorni della città sperando, dato che il cielo era completamente sgombro, di avvistare l’aurora. Ho percorso la statale 80 in direzione Loding, ma ad un certo punto ho dovuto fermarmi e tornare indietro perché aveva iniziato a nevicare e c’era un forte vento, soprattutto lungo la costa, e non riuscivo più a distinguere la strada ghiacciata da ciò che non era strada.
Nel tornare indietro mi sono fermata in un paesino (o forse era un quartiere di Bodo) dove ho incontrato una bellissima fiaccolata. Tutti gli abitanti del paese percorrevano la strada principale a piedi, con gli sci o lo slittino con delle bellissime fiaccole in mano.
Alla fine della fiaccolata sono partiti i fuochi d’artificio, tantissimi! Da quel momento in poi ovunque hanno iniziato a lanciare altri fuochi d’artificio così che, dato che mi trovavo lungo la costa, mi sembrava d’essere in Sicilia a Ferragosto, quando a mezzanotte tutti i paesi della costa e dell’entroterra fanno a gara a chi fa i fuochi più belli. Uno spettacolo fantastico! Una sola domanda però mi sorge spontanea: ma perché fanno i fuochi alle 5 del pomeriggio??? In realtà poi i fuochi sono andati avanti tutta la serata fino a mezzanotte.
Verso le 22,00 l’ostello era deserto. Una coppia di francesi cercavano anche loro un posto dove passare il capodanno ed erano delusissimi di non avere trovato nulla.
Alla fine mi sono decisa e sono andata in un pub.
Naturalmente a parte le 2 cameriere e il proprietario il pub era deserto. Ci
saranno stati in tutto 6 o 7 avventori e far amicizia è stato facilissimo. I
norvegesi sono molto cordiali e aperti e conversare con loro è davvero piacevole
e ovviamente a mezzanotte tutti in strada a festeggiare con i fuochi.
Come da tradizione alle 2,30 ero in ostello a cucinarmi cotechino e
lenticchie portati dall’Italia insieme ai pochi ingredienti per rendere il
piatto profumato e saporito. Mai lasciare che passi il capodanno senza aver
mangiato cotechino e lenticchie! Buonissimi tra l’altro!
Il giorno dopo, alle 9 sono già in piedi nonostante fuori
sia ancora buio. Il tempo della colazione (inclusa nell’ostello con formula
apri il frigo e serviti di ciò che trovi) e finalmente inizia a spuntare un po’
di luce.
Alle 15.30 parte il traghetto per le Lofoten e dato che a
Bodo era tutto chiuso e comunque non c’è gran che da vedere decido di partire
alla volta del Malestrom (Salstraumen), un gorgo sito non molto distante da
Bodo.
Purtroppo questo gorgo non c’è sempre, ma solo a certi orari
in base alle maree. Ovviamente non sono riuscita a vederlo, ma il paesaggio
della zona è comunque bellissimo e merita il viaggio. Per chi desiderasse
vederlo e ha a disposizione qualche giorno di tempo su internet si trovano gli
orari (www.bodo.kommune.no/nor/om-bodo-kommune/sentraladministrasjonen/servicekontoret/tourist-information-bodo/
). Io non li ho guardati perché di tempo non ne avevo e comunque dovevo perdere
qualche ora prima del traghetto, quindi sono andata lì con l’idea o la va o la
spacca. Ho letto che è anche possibile fare immersioni in questo posto, ma
francamente, nonostante sia una diver, non mi verrebbe proprio voglia di farlo.
Il sito è ovviamente turistico e quindi perfettamente
attrezzato con campeggi e hotel per pernottare. In estate è pieno di sentieri
per il trekking ed aree attrezzate per il picnic. Non fosse così cara la
Norvegia ci tornerei più che volentieri.
Una precauzione: sembra che un ottimo posto da cui poter
vedere il gorgo sia in cima al ponte che collega i due lembi di terra in mezzo
al quale c’è il mare. Fate attenzione al cartello che indica la forza del vento
all’inizio del ponte perché anche se alla base non sembra un vento
eccessivamente forte man mano che salite vi renderete conto che è davvero forte
e rischiate seriamente di essere spinti giù. Io non ho fatto caso al cartello e
a ¾ dalla cima mi sono dovuta attaccare con tutte le mie forze al corrimano e
tornare indietro.
Poco fuori da Bodo, lungo la strada che va al gorgo c’è un
negozio che vende pietre semipreziose con annesso ristorante ( www.bertnesgeosenter.no ). Se vi
piace questo genere di cose, fermatevi perché merita davvero un sosta ( e
magari un piccolo acquisto).
Il traghetto per le isole Lofoten parte dal molo di Bodo in
direzione Moskenes in perfetto orario nonostante sia uno di quei traghetti che
può caricare anche auto e camion. Il biglietto si fa a bordo e costa 604
Nok (83,00 €) per la macchina e 168 Nok
(23,00€) per le persone (orari
visionabili sul sito www.torghatten-nord.no/english/default.aspx
). La traversata dura circa 4 ore e, nonostante il traghetto sia abbastanza
grande e stabile, quando il mare è parecchio mosso si sente parecchio. Quindi
se soffrite il mal di mare vi consiglio di portarvi appresso i travelgum.
Per chi invece come me non soffre il mare all’interno del
traghetto è presente un bar ristorante che serve sia snack e hamburger che
piatti tradizionali. Il menu è disponibile solo in norvegese, ma se non c’è
gente il personale sarà lieto do spiegarvi in cosa consistono i piatti e ve li
porterà al vostro tavolo non appena pronti. Questo è quello che ho ordinato io
e che dovrebbe essere un piatto tipico della zona, peccato che non mi sono
segnata il nome.
Arrivata a Moskenes ho percorso circa 5 km per arrivare ad Å
i Lofoten, ultimo paesino delle Lofoten dove avevo prenotato un letto
nell’ostello sopra il museo dello stoccafisso.
Innanzitutto bisogna dire che i proprietari, Elin e Steinar,
sono davvero gentilissimi. Mi hanno aiutato per email a capire come meglio
arrivare alle Lofoten e quali erano gli orari dei traghetti (inizialmente
volevo farmi in macchina tutto il tratto da Oslo a Bodo).
Lui parla perfettamente l’Italiano e al mio arrivo,
nonostante fossero in vacanza alle Canarie, mi ha contattata per assicurarsi
che il viaggio fosse andato bene e per farmi una bellissima sorpresa: dato che
l’ostello era al completo, ha deciso di darmi allo stesso prezzo una delle loro
bellissime Rorburer (le classiche casette dei pescatori attualmente restaurate
e complete di ogni confort), che solitamente nel periodo invernale tengono
chiuse. Il mio soggiorno da loro è stato stupendo, la rorburer era fantastica,
affacciava direttamente sul mare e ho dovuto dividerla con altri ragazzi
francesi solo una notte.
Se un giorno tornerò alle Lofoten (cosa che spero)
sicuramente alloggerò nuovamente presso la loro struttura: www.lofotenferie.com , email: aa-hamna@online.no
A proposito delle Lofoten, bisogna dire che il periodo
natalizio per loro è bassa stagione e la maggior parte delle strutture
turistiche e dei ristoranti è chiusa e i proprietari sono tutti in vacanza (a
quanto pare la meta più gettonata sembrano essere le Canarie). Quindi trovare
una sistemazione o semplicemente un posto dove mangiare in questo periodo
diventa un’impresa e quelle poche strutture aperte hanno ovviamente prezzi
esorbitanti. Consiglio quindi vivamente di considerare una sistemazione ove sia
possibile utilizzare la cucina per prepararsi i pasti da soli.
I supermercati alle Lofoten sono quasi sempre aperti
(eccetto nei giorni di festa) e quindi è comunque possibile fare la spesa.
Durante la mia permanenza alle Lofoten speravo di avere
l’opportunità di fare qualche bella ciaspolata (mi sono portata apposta
ciaspole e bastoncini in valigia), ma alla fine le ore di luce sono davvero
poche e il tempo continua a cambiale da nuvoloso e fortemente ventoso a
tormenta di neve improvvisa. Insomma, alla fine ho passato le giornate a
girovagare in macchina fotografando gli spettacolari paesaggi.
Ogni angolo di ciascuna delle isolette nasconde una sorpresa
e quindi ogni deviazione merita di essere percorsa. Il paesaggio è così drammatico
ed affascinante che non riuscivo a smettere di ammirarlo.
Diverse volte ho incontrato delle bellissime aquile, davvero
enormi. Fermarmi a guardarle mentre
cacciavano è stata un’esperienza mozzafiato.
Così come mi è mancato il respiro, ma per motivi diversi,
quando ho incontrato dei ragazzi che, come se niente fosse, facevano surf in
spiaggia!!!
In questa stagione negozi
presso cui fare acquisti di qualcosa di tipico praticamente non ce ne
sono. Io ne ho incontrato uno solo che avrei praticamente svaligiato se solo
avessero accettato la carta di credito.
Si tratta di un negozio di prodotti fatti a maglia dalle
donne delle isole e poi rivenduti a scopo di beneficienza. Maglioni, guanti di
tutti i tipi, borsette, sciarpe e cappelli di diversa foggia, ma anche
calzettoni e coperte, tutti lavorati a maglia. Davvero incantevoli! Il negozio mi sembra che si trovi lungo la E10
prima di Leknes, ma non mi ricordo più esattamente a che altezza. Mi ci ero
fermata perché era l’unica luce in mezzo al buio durante una tormenta di neve,
quindi non ho focalizzato esattamente dove mi trovavo purtroppo.
Come molti sanno alle Lofoten la temperatura, grazie agli
influssi della corrente del golfo, non è mai troppo rigida e in inverno
raramente scende sotto i 5-6 gradi, quindi non c’è bisogno di bardarsi come se
si andasse al polo nord. Tuttavia soffia costantemente un vento fortissimo e
ovviamente freddino, quindi consiglio di potare con se giacca, cappello e
guanti antivento.
Purtroppo durante tutte le notti passate alle Lofoten il
cielo è stato sempre coperto e non mi è quindi stato possibile cercare la
famosa aurora boreale.
Al ritorno dalle Lofoten ho alloggiato 2 notti al Nordnes
Camp & Bygdesenter vicino alla cittadina di Saltdal, lungo la E6 (www.nordnescamp.no ). Il campeggio è
gigantesco e si trova in un’area naturale incantevole. Andar lì in estate deve
essere supendo: boschi e natura incontaminata.
Al mio arrivo sono rimasta davvero sorpresa di scoprire che
c’era un sacco di gente che stava lì in roulotte o addirittura in tenda
nonostante fosse Gennaio e fuori ci fossero circa -10°C. Ma come fanno????
Io ovviamente non sarei mai sopravvissuta al freddo e ho
optato per una sistemazione con tutti i confort: un bel bungalow. La
prenotazione l’avevo fatta on line al prezzo di 350 Nok (circa 48,00€ a notte,
la sistemazione più economica di tutto il viaggio!) tramite il sito www.booking.com , dove però non diceva
nulla riguardo al bagno. Insospettita ho contattato la struttura che in effetti
mi ha confermato che il bagno era in un bungalow all’esterno non molto lontano.
Attimo di panico! Già mi vedevo attraversare il tratto dai bagni al mio
bungalow in accappatoio, con i capelli bagnati a -15°C tra la neve e il
ghiaccio!!! Non ce l’avrei mai potuta fare!
Fortunatamente il proprietario, probabilmente intuendo che
per un’italiana questo sarebbe stato un grosso ostacolo, si è impietosito e mi
ha scritto dicendomi che, dato che era bassa stagione, mi avrebbe concesso di
pernottare allo stesso prezzo in un altro bungalow dove il bagno era
all’interno. Quando ho letto l’email ero al settimo cielo!!!!
Il bungalow era in effetti carinissimo, pulito e pieno di ogni confort
eccetto uno: l’acqua calda!!!! In realtà il boiler c’era, ma la tanica era
minuscola e comunque non riscaldava abbastanza perché l’acqua usciva comunque
ghiacciata. Purtroppo me ne sono accorta solo quando già ero mezza bagnata e mi
sono quindi rassegnata a fare una doccia lampo e correre poi a raggomitolarmi
vicino al calorifero che era invece bollente. Altro inconveniente, il tubo che
portava acqua alla doccia era bucato e quindi, uscita dalla doccia, ho trovato
il pavimento del bagno completamente allagato.
Ad ogni modo, per festeggiare la prova di coraggio superata
(la doccia con acqua ghiacciata) mi sono concessa una cena al ristorante del
campeggio. Molto caratteristico e la cucina non è niente male!
Lì ho fatto amicizia con un tipo fuori di testa. Da Oslo si
è trasferito lì solo per avere la possibilità di vedere spesso l’aurora e per
passare le giornate a pescare salmone nel fiume Saltdal. Ovviamente vive alla
giornata e mi ha mostrato tutte le foto che aveva scattato all’aurora col suo
cellulare e dei pesci presi.
Ehi, un momento, fermi tutti! Com’è che lui con uno
smartphone riesce a fotografare l’aurora e io con la mia compatta non ci sono
riuscita?!?
Il giorno dopo, sveglia all’alba…anzi, dato che l’alba non
esisteva lì, direi sveglia in piena notte per raggiungere il Tysfjord
Turistsenter dove organizzano uscite in gommone con l’intento di avvistare le
orche marine che in questo periodo dell’anno si cibano di aringhe lungo la
costa settentrionale della Norvegia.
Arrivata lì, mi hanno fatto bardare con una tuta speciale
che permette di non bagnarsi e di non far penetrare il vento. In effetti
funziona perfettamente, peccato che non copra anche i piedi che alla fine della
giornata erano completamente congelati.
L’escursione è costata 1050 Nok (circa 144,00€) ed è durata
circa 4 ore. Purtroppo delle orche nessuna traccia, ma abbiamo incontrato delle
enormi aquile intente a cacciare proprio di fianco al nostro gommone.
Un’esperienza davvero unica, resa ancora più bella dall’effetto penombra rosata
del giorno polare e dallo splendido paesaggio dei fiordi.
Il Tysfjord Turistsenter (www.tysfjord-Turistsenter.no
) si trova lungo la E6 in direzione Narvik, 6km a sud di Bognes e a 220km da
Bodo, nel villaggio di Storjord. La struttura comprende anche un hotel
attrezzatissimo con sauna e tutti i confort. Organizza escursioni alla ricerca
di balene e orche quasi durante tutto l’anno ed è inoltre possibile scegliere
l’opzione di fare snorkeling qualora si dovessero incontrare questi stupendi
mammiferi marini (ovviamente pagando un supplemento che, in caso l’avvistamento
non avvenga, non viene rimborsato).
L’ultima notte al Norden camp l’ho passata quasi interamente
al freddo in quanto finalmente il cielo era sereno e quindi avevo la speranza
di poter vedere l’aurora. Purtroppo così non è stato, ma la stellata che ho
potuto ammirare, con tanto di stelle cadenti, è stata comunque bellissima.
Il giorno successivo rientro a Bodo per prendere il volo per
Oslo. Mezza giornata a spasso per il centro della città, pieno di negozi e
ristoranti aperti a tutte le ore come ogni capitale europea che si rispetti e
in serata volo Ryanair per l’Italia.
In assoluto direi che questo è stato il viaggio più costoso
che abbia mai fatto. Tra voli, pernottamenti, cibo, auto, benzina ed escursione
in gommone ho speso circa 1.900,00 € per una settimana. Purtroppo devo
ammettere che la Norvegia sta diventando sempre più cara (nel 2008 il viaggio
fatto a Tromso era costato meno della metà) e difficilmente in un futuro prossimo mi potrò
permettere un nuovo viaggio in questo splendido Paese che invece meriterebbe di
essere visitato molto di più.