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venerdì 10 agosto 2018

Istanbul: dove oriente e occidente si fondono e si mescolano insieme alla perfezione

In occasione di un volo verso l’Indonesia con la Turkish Airline mi è capitato di dovermi fermare per più di 11 ore ad Istanbul sia all’andata che al ritorno. Questo mi ha dato modo di avere tempo sufficiente per poter andare in giro a dare una sbirciatina a questa meravigliosa città, perfetto incrocio ben riuscito tra Europa e Medio Oriente, tra mondo occidentale e arabo, ma con una spruzzatina di altre decine di culture diverse.
Prenotando i voli ho scoperto che la Turkish Airline in caso di prolungata attesa tra un volo e un altro (devono esserci almeno 6 ore disponibili) organizza dei tour guidati della città.
All’arrivo in aeroporto bisogna uscire dagli arrivi passando il controllo passaporti e poi andare al bancone Turkish Airline delle prenotazioni Hotel che si trova tutto a destra, passato Starsbruck, subito dopo il deposito bagagli.
Purtroppo al mio arrivo in aeroporto me la sono presa un po' troppo comoda e non ho fatto a tempo ad aggregarmi all’ultimo tour della giornata. Bisogna essere al bancone per prenotarlo almeno mezzora prima e comunque varia in base alla disponibilità di posti. A me è stato detto che oltre ad essere arrivata troppo tardi, non erano comunque rimasti più posti disponibili.
A questo punto, dato che comunque non sono particolarmente amante dei tour organizzati, decido di lasciare al deposito bagagli il mio zainetto (54 Lire per circa 6 re di deposito, ma credo che sia la tariffa valida per l’intera giornata, si paga poi al ritiro), cambiare 20,00 € in Lire turche e chiedere una cartina e qualche dritta all’ufficio informazioni.
All’ufficio informazioni mi hanno detto che non conviene fare il cambio dei soldi in aeroporto perché le commissioni sono troppo alte e di cambiare solo pochi soldi giusto per poter acquistare il biglietto della metro. Mi hanno inoltre consigliato di cambiare i soldi al bancone Garanti.
Il cambio ufficiale per 20,00€ era di 125,55 Lire e al bancone me ne hanno dato 120,25 Lire, trattenendosi la differenza tra commissione e tasse.
Dall’aeroporto si può raggiungere la città o con un autobus che arriva direttamente nella zona nuova della città e che collega direttamente, senza fermate intermedie l’aeroporto Atatuk con piazza Taksim, oppure tramite la metro.
Dato che preferivo fare una passeggiata tra i vicoli della città vecchia ho optato per la metro e con un cambio di linea sono arrivata in poco meno di un’ora alla fermata Sultanhamet sulla linea blu.
Per accedere alla metro e a qualsiasi autobus della città si può acquistare una tessera ricaricabile che costa 6 lire e si chiama Istanbulkart. Su questa tessera poi si possono caricare il numero di viaggi che si intende fare al costo di 2,60 Lire ciascuno.
Per quanto riguarda la Metro, ogni volta che si cambia linea ai tornelli scaricano un viaggio quindi per andare a Sultanhamet e tornare bisogna considerare in tutto 4 viaggi.
La metro viaggia esclusivamente in superficie (è in realtà più un moderno tram) e questo da modo di iniziare a dare uno sguardo veloce alla città che è sempre viva a qualunque ora del giorno e della notte.
Già dalla metro ci si rende conto di come, in questa città decine di culture diverse si fondino insieme e convivano in armonia (almeno all’apparenza).
Le persone sono molto gentili e se si libera un posto a sedere non si fiondano subito come succede da noi, ma chiedono alla persona a fianco se vuol farlo.
La maggior parte delle donne si veste all’occidentale, alcune ortano il velo e poche il burka da cui si possono vedere solo gli occhi (che spesso hanno un make up impeccabile).
Se si è troppo timidi per chiedere informazioni ai passanti riguardo al posto dove si vorrebbe andare non ci sono problemi, basterà aprire una cartina e qualcuno subito si fermerà per chiedervi dove volete andare e darvi indicazioni (senza aspettarsi nulla in cambio).
Perdersi tra le strette viuzze del centro storico è una meraviglia. Tantissimi ristorantini tipici uno più bello dell’altro, negozietti di souvenir, ma anche atelier d’arte, pasticcerie che espongono dolci fenomenali e negozi di the e di spezie a cui per una come me risulta difficile resistere.
I negozianti tenteranno di attirarti nel loro negozio, ma senza insistere troppo. Può essere occasione per scambiare due chiacchere con la gente del posto e magari imparare qualcosa di nuovo o ricevere qualche dritta su dove andare.
Alcune stradine sono davvero caratteristiche, case fatte in legno e colorate con tinte vivaci e una diversa dall’altra.

Tra le mille cose che vale la pena andare a visitare quando si va a Istanbul sono il museo di Hagia Sophia e l moschea blu, site una di fronte all’altra e separate da un giardino bellissimo e molto ben curato con una splendida fontana a centro.





Nel museo di Hagia Sophia ci si può rendere conto di come anche in passato medio oriente e occidente si siano integrati perfettamente.
Si tratta infatti di una basilica romana, trasformata successivamente in moschea, ma dove incredibilmente dipinti e mosaici religiosi non sono stati coperti da una mano di pittura. Al contrario, i mosaici e gli affreschi cattolici si affiancano e si integrano perfettamente con le scritte religiose mussulmane.
L’aria che si respira all’interno di questo ex tempio è talmente rilassata che perfino un gruppo di gatti ha deciso di farne la loro dimora.



Il biglietto di ingresso costa 40 lire e volendo con altre 20 lire si può prendere l’audio guida.
Con una piacevole passeggiata in un bel giardino colorato, passando affianco a vari chioschetti che vendono pannocchie e castagne, ma anche dei dolci tipici,  si arriva alla moschea blu.



Purtroppo quando sono arrivata era troppo tardi e non era più possibile visitarla, ma anche da fuori vale la pena dare una sbirciatina.




Prima i rientrare in aeroporto, ho deciso di assaggiare la cucina tipica locale in uno dei tanti ristorantini della zona.
So che di solito la vera cucina non si assaggia nelle zone turistiche, ma il tempo era poco e ho deciso di fidarmi lo stesso.
Ho scelto il ristorante The Kybele (www.kybelehotel.com), dove il proprietario ci ha spiegato che è stata girata una piccola scena del film di Verdone “Il mio miglior nemico”.
Il  posto è particolarissimo, oltre ai classici tavolini colorati per strada, c’è la parte interna piena di oggetti antichi e chincaglierie e salendo al piano superiore c’è una terrazza/giardino.





Ho scelto quest’ultima, ordinato un buon calice di vino locale un mix di antipasti misti freddi vegetariani che mi hanno servito con il classico pane arabo e poi il “Testi” un piatto tipico che fanno cuocere in piccole giare di terracotta sulla brace e poi rompono al momento per versare il contenuto in un piatto anch’esso di terracotta. Al suo interno c’è carne (si può scegliere tra agnello, pollo e manzo) e verdure miste.
Devo dire che era tutto molto buono, il personale estremamente gentile, bagno pulitissimo e l’ambiente carino e tranquillo. E’ inoltre possibile fumare il narghilè.

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